Che tipo di vino è il barbera?

Il Barbera è un tipico vino rosso italiano prodotto dall’omonima vite che è la terza più coltivata d’Italia. Si tratta inoltre di un’uva che trae le sue origini nel Piemonte, regione famosa anche per la presenza di altri vigneti come il Nebbiolo che consente di dar vita a vini pregiati tipo il Barolo e il Barbaresco. Oggi grazie alle spiccate capacità imprenditoriali di esperti viticoltori, la pianta cresce bene e produce eccellente uva anche nei territori collinari di altre regioni dell’Italia centrale, come si evince dalla produzione dell’azienda lamarmocchia.com che si trova nella Valsamoggia in Emilia-Romagna. Il Barbera è un vino che negli ultimi anni ha subito un processo di lavorazione atto a migliorarne la qualità soprattutto se si considera quello biologico che si sta ritagliando una fetta di popolarità in tutto il mondo, in quanto conforme alle normative vigenti sulla salvaguardia dell’ambiente e della salute umana.

Il Barbera: caratteristiche, territorio e denominazione

Quando si parla di Barbera per apprezzarlo a fondo, bisogna innanzitutto conoscerne le caratteristiche, sapere in quale territorio la pianta viene coltivata per produrre quest’uva e la sua denominazione. Per quanto riguarda il vino di per sé, va subito detto che il Barbera si presenta di colore molto scuro, ma che in realtà ha un sapore piuttosto leggero. In molti casi vanta anche un retrogusto fruttato che si richiama a quello di ciliegie, fragole e lamponi. Il Barbera d’Alba ad esempio è quello che vanta una denominazione storica e come si evince dalla definizione stessa, viene prodotto nell’omonima località piemontese. Quest’ultima è una regione che ha un ricco patrimonio culturale e la sua storia vinicola risale all'Impero Romano. Fu tuttavia durante il Medioevo che l'uva Barbera divenne ampiamente coltivata e rimane ancora oggi una componente cruciale della produzione da parte di aziende vinicole della regione, e di altre che hanno deciso di adattare la pianta al suolo e alle caratteristiche climatiche dei loro territori. Un esempio in merito è lamarmocchia.com con sede in Valsamoggia ossia sulle verdeggianti colline dell’Emilia Romagna, e che si contraddistingue per la genuinità del prodotto e di alcune specialità culinarie tipiche del comprensorio. Il Barbera è un vino la cui denominazione DOCG viene attribuita principalmente per la rinomata ed elevata acidità, per il suo colore intenso e il sapore fruttato. Inoltre i vini vengono invecchiati per diversi anni in botti di rovere, il che ne esaltano la profondità e la complessità. Negli ultimi anni grazie alla diffusa coltivazione biologica, il Barbera è prodotto con questa tecnica che lo rende ancora di più di gran pregio. Le grandi etichette di vini Barbera di denominazione controllata, vantano tra l’altro tannini vellutati e spesso anche aromi speziati. A favorire la crescita e l’ottima proliferazione dei vigneti di quest’uva, è senza alcun dubbio il clima; infatti, con estati calde e inverni freddi si creano le condizioni ottimali per la coltivazione di quella di alta qualità che poi determina l’eccellenza del vino. Il paesaggio collinare della regione Emilia-Romagna in cui il Barbera viene oggi sapientemente coltivato da aziende vinicole rinomate, garantiscono un'ottima esposizione al sole e contribuiscono a regolare la temperatura dei vigneti. Il Barbera è un vino che di base ha pochissimi tannini che seccano la bocca, ma in compenso vanta un alto contenuto di acidità, il che lo rende perfetto da abbinare a cibi ricchi come formaggi, carni, funghi o tartufi. La suddetta acidità infatti ne taglia i sapori rendendo il pregiato nettare perfetto per un’esperienza culinaria ricca e genuina.

Perché conviene bere il Barbera biologico?

Molte persone a giusta ragione si chiedono perché conviene bere vino biologico. La risposta in tal senso è semplice, anche se merita i dovuti approfondimenti. In primis va detto che produttori e consumatori all’unisono concordano sul fatto che la coltura biologica dei vigneti è salutare per l'ambiente e di conseguenza per la salute umana. In secondo luogo si tratta di una tecnica di vinificazione che non comporta spese eccessive, ed offre la possibilità di produrre vini di qualità di diversa natura e anche oltre i luoghi d’origine delle singole piante proprio come nel caso del Barbera che nasce in Piemonte. Il vino biologico inoltre viene prodotto utilizzando solo uve certificate coltivate senza pesticidi sintetici, erbicidi e fertilizzanti artificiali. La vinificazione tra l’altro si effettua secondo le norme biologiche regolamentari. I vini che ne derivano vantano anche benefici in termini di gusto, poiché riescono a far trasudare la vera espressione e il carattere regionale in cui le uve vengono elaborate. Optare dunque per un Barbera biologico, significa ottenere notevoli benefici per la salute in quanto non si assumono tossine artificiali, residui di pesticidi e di anidride solforosa. Infine un altro importante fattore che mette in evidenza l’importanza di produrre vino biologico riguarda la gestione dei vigneti. Questi ultimi infatti grazie a questa tecnica, si vedono restituire nel terreno in cui crescono, il giusto quantitativo di carbonio il che può avere un impatto diretto sulla produttività e mitigare il riscaldamento globale. Nell'affascinante mondo dei vini italiani, comprendere le varie classificazioni riportate sulle etichette significa aprire uno scrigno ricco di meraviglie enologiche. Per gli appassionati questi acronimi di etichettatura, rappresentano molto più di una semplice mansione burocratica; infatti, consentono ai consumatori di esplorare il ricco patrimonio vinicolo italiano. Queste classificazioni, ciascuna con i propri criteri e standard distinti, guidano inoltre i bevitori di vino attraverso il panorama diversificato e complesso di quelli italiani, dalle dolci colline dell’Emilia e del Piemonte ai vigneti soleggiati della Sicilia. Inoltre raccontano storie di origini geografiche, metodi tradizionali di vinificazione e rigorosi controlli di qualità. A tale proposito vediamo nel dettaglio cosa significa quando i vini indipendentemente se si tratti di quelli tradizionali o biologici, vengono commercializzati con le etichettature geografiche di IGP ossia di una categoria che svela un aspetto unico dell'eccellenza enologica italiana.

IGP: indicazione geografica protetta dei vini italiani

Quando si scelgono dei vini italiani in base alle etichette quella che in genere è presente sulla maggior parte delle bottiglie è la IGP, che sta per indicazione geografica protetta. Si tratta nello specifico di una certificazione che gioca un ruolo cruciale nella storia del vino italiano, soprattutto per gli appassionati che intendono sceglierlo conoscendone il viaggio dal vigneto al bicchiere. Il marchio IGP viene assegnato ai vini la cui qualità, reputazione e caratteristiche sono intrinsecamente legate alla loro origine geografica. Istituito dal regolamento europeo, garantisce che il nome di una regione, territorio o paese sia fondamentale per identificare il vino e cioè che effettivamente proviene da quella specifica zona, contribuendo alla sua qualità unica. A differenza dei prodotti DOP, per un vino IGP è sufficiente che una delle fasi di produzione, trasformazione o preparazione avvenga nella zona delimitata. Questo quadro normativo consente quindi di riconoscere una gamma più ampia di vini con l’etichetta IGP, celebrando la diversità pur mantenendone la qualità.

L'importanza di comprendere l’etichettatura del vino biologico

Quando ci avventuriamo più a fondo nel ricco e diversificato mondo dei vini italiani, diventa fondamentale familiarizzare con le varie etichette che contraddistinguono questi tesori. Quella biologica ad esempio testimonia l’impegno verso una vinificazione sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il marchio che in genere viene proposto con l’acronimo breve di BIO, significa che è riferito ad un vino prodotto secondo rigorose pratiche rispettose dell'ambiente e che non rappresentano soltanto un fattore di sostenibilità, ma garantiscono anche che il vino sorseggiato nasca da un processo che onora il ciclo naturale della crescita, evitando sostanze chimiche di sintesi e organismi geneticamente modificati (OGM). Sulla scia delle pratiche agricole del dopoguerra che enfatizzavano la quantità rispetto alla qualità, l’Italia insieme alla comunità europea, vide nei decenni successivi la necessità di cambiare marcia. L’introduzione della certificazione BIO agli inizi degli anni ’90 ha segnato in tal senso una svolta significativa verso l’ecosostenibilità in viticoltura. Questa etichetta oggi adottata da molte aziende sparse a macchia di leopardo sul territorio nazionale, garantisce ai consumatori della penisola e a tutti i paesi esteri che da sempre esaltano i vini italiani, di produrre e bere il prezioso nettare che rasenta i limiti della qualità e che si rivela all’insegna di un'agricoltura eco-responsabile.

Gli abbinamenti ideali con il vino Barbera

Per capire cosa abbinare al vino Barbera bisogna prima conoscerlo a fondo. Originario delle colline del Piemonte, in Italia questo derivato dell’uva è generalmente fresco e fruttato e pronto per essere gustato appena la bottiglia viene stappata. Inoltre spesso vanta note fruttate di mora, lampone, prugna e fragola abbinate a foglie autunnali secche, anice e noce moscata. Con tannini delicati e elevata acidità, questo vino succoso e leggero, risulta brillante e sembra appositamente prodotto per accompagnare alcune pietanze. Anche se il Barbera viene coltivato al di fuori della regione Piemonte come nel caso di quello prodotto nei vitigni della Valsamoggia e di tipo biologico, non significa che perda le sue radici quando si pensa agli abbinamenti gastronomici. Per fare qualche esempio è ideale da gustare se si opta proprio per un tajarin al tartufo, ossia un gioiello di pasta piemontese elaborato con tanti tuorli d'uovo e condito con il suddetto tubero locale. Il piatto è quindi delizioso e ricco, ma il succoso grado di acidità del Barbera lo accompagna nel migliore dei modi. Ovviamente essendo il vino in oggetto della tipologia rosso si sposa benissimo con le carni. Se infatti prendiamo il prosciutto l'acidità naturale presente nella miscela bilancia il sale e il grasso. Inoltre le note terrose del vino, rappresentano un ottimo modo per gustare il sapore di questo salume e di altri insaccati specie se abbinati a formaggi piccanti.

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